Spettabili autorità civili, politiche, militari e religiose rappresentanti delle associazioni, Benemeriti e loro famigliari, concittadine e concittadini, buonasera e benvenuti.
Rivolgo un caloroso benvenuto ai rappresentanti delle Città Gemellate con Lecco - Igualada (Spagna), Overjse (Belgio), Macon (Francia) e Szombathely (Ungheria) -, che aprono il nostro sguardo all’Europa delle Città!
Questa sera rinnoveremo i patti di amicizia trentennale con Szombathely, all’epoca siglato dai sindaci Giuseppe Pogliani e Wagner Andras, e i 35 anni di amicizia con Igualada il cui accordo porta la firma di Giulio Boscagli (un caro saluto ad Annamaria) e Manuel Miserachs.
Un saluto al Presidente del Consiglio Comunale, a tutti i Consiglieri presenti questa sera, che insieme rappresentano la Città e le forze politiche che la animano. Un grande ringraziamento ai miei più stretti compagni di viaggio, con cui condivido la responsabilità delle scelte quotidiane: i miei Assessori, grazie per la vostra tenacia, per la vostra pazienza, per la vostra amicizia.
Ritrovarci nel giorno del nostro Patrono è uno dei momenti dell’anno in cui una comunità si guarda allo specchio, e vuole riconoscersi: nei volti di chi la abita, nelle storie di chi la fa vivere, nelle tradizioni che la custodiscono.
Questa serata assume un significato ancora più profondo, perché siamo tornati a casa, nella nostra casa culturale e istituzionale: il Teatro della Società, scrigno della nostra identità collettiva.
Vorrei partire proprio da qui: dalla bellezza di poterci guardare negli occhi in un luogo che narra di noi più di mille parole. Un luogo che racconta l’ambizione di una città che vuole crescere, che crede nella forza educante della bellezza, che ha fiducia nel potere della cultura e dell’arte di plasmare le coscienze di ciascuno, per migliorare così la comunità tutta.
1. Cinque anni intensi: la città che ha resistito, reagito e imparato la fiducia
In questo discorso alla città, il sesto da Sindaco, mi accorgo di sia stato rapido, e allo stesso tempo intenso, il tratto di strada che ho avuto l’onore compiere grazie alla fiducia concessa dai cittadini.
Quando abbiamo iniziato questo percorso, Lecco si trovava in mezzo alla pandemia, col suo portato ambivalente di isolamento e desiderio di socialità, desideri di abbracciarsi e scatti di violenza. Eppure, in quei mesi così difficili, abbiamo visto emergere ciò che rende questa città unica: la capacità di avere fiducia, di rimanere leali a ciò che conta. Lo ricorderete tutti, nel 2020 il “San Nicolò d’Oro” lo abbiamo conferito abbiamo alla nostra comunità unita: medici, infermieri, insegnanti, forze dell’ordine, impiegati dell’Amministrazione, volontari, spazzini.
Vedete, sul gonfalone, quelle medaglie? È ben rappresentato il passaggio dalla “Resistenza” alla “Resilienza”. Quella d’argento è stata conferita da Sandro Pertini alla nostra città quale medaglia al merito per la Resistenza al nazifascismo, quella d’oro è la “Resilienza” della nostra comunità.
Negli anni successivi, le condizioni sono cambiate, la ripresa post covid ha spinto una sorta di “ricostruzione generale” che sta trasformando, in meglio, il volto della nostra città, sia con investimenti pubblici sia con importanti investimenti privati.
E ancora, ci siamo occupati di trasformazioni economiche e ambientali, di spazi pubblici da ripensare, di nuove domande sociali, di nuove aspettative che hanno sfidato soprattutto i più giovani il cui sguardo è sempre meno locale e sempre più globale. Oggi si stanno affermando con forza anche le nuove tecnologie digitali, che promettono di impattare velocemente sulla nostra vita, in un modo che ancora non comprendiamo appieno, ma che sappiamo bene essere irreversibile.
2. Cura della “Polis” e Politica
In questo contesto, osserviamo però una dinamica inversa della partecipazione politica, della partecipazione alla “polis”, caratterizzata da astensionismo al momento del voto, quasi che i cittadini ritengano non sempre ragionevole partecipare alle scelte democratiche.
Questo dato, lo capiamo bene, desta preoccupazione, al punto tale che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’ultima Assemblea dei Sindaci ha dichiarato “Non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità”, quasi a dire, che la competizione elettorale, la meccanica procedura del voto, è sterile senza una partecipazione autentica, ampia e consapevole. E ha aggiunto: “I comuni, sono la prima linea della nostra democrazia”.
Le città sono, cioè, il banco di prova vero, immediato, con cui i cittadini possono misurare direttamente l’efficacia della azione pubblica, e quindi accordare o meno ai propri rappresentanti la risorsa più preziosa: la fiducia. I comuni sono il luogo della reciproca credibilità.
Volgendo a compimento questo mio primo mandato da sindaco, desidero condividere con voi tre linee di forza su cui abbiamo creduto e due sfide principali (tra le tante!) che attendono la città nei prossimi anni.
3. Tre linee di forza
1) Rigenerazione urbana significa rigenerazione sociale. Quando apri uno spazio chiuso da tempo (come questo Teatro) offri occasioni vere di incontro, che prima non esistevano, e che rafforzano i legami sociali, la “simpatia” sociale. Lo stesso vale per La Piccola, appena aperta e già densa di iniziative; il Lungolago, spazio ampio che è stato pensato per prestarsi a tante funzioni differenti, oltre alla passeggiata (sportive culturali, commerciali); tra pochi mesi restituiremo il nuovo polo di Villa Manzoni, spazio di identità lecchese ma di innegabile caratura nazionale.
E ancora, strade, marciapiedi, parchi, aree pubbliche per il gioco per lo sport: li abbiamo considerati non come “opere”, ma come infrastrutture della vita quotidiana. E ancora, due scuole elementari rifatte da cima a fondo (la Carducci e la De Amicis), un nuovo asilo nido a Bonacina (prima o poi riusciremo a finirlo!), e l’ampiamento dell’offerta post scuola nei pomeriggi dimostrano l’impegno di una città che crede e investe nel proprio futuro.
2) Non esiste una gerarchia tra grandi opere e piccole manutenzioni, tra centro e periferia. Per questo abbiamo puntato il massimo anche sulla manutenzione dei quartieri, sulle piccole opere che forse non fanno notizia ma che fanno la differenza nella vita di tutti i giorni. Il “Piano Rioni” vede alcune decine di interventi per migliorare spazi, viottole, scalinate, ponticelli, “sentieri urbani”, che, una volta riqualificati, si dimostrano le vie più rapide e sicure per spostarsi a piedi o in bici all’interno della città. Poi centinaia di piccole manutenzioni di spazi pubblici minuti (panchine, ringhiere, fontanelle, lavatoi) grazie anche ai Cantonieri di Comunità, perché la cura per la città è la cura per le persone che vi abitano.
3) La comunità è più grande del comune. Ad esempio: pensiamo all’accompagnamento degli anziani. E allora pensiamo, oltre a Il Giglio di Pescarenico, al Labirinto di Bonacina, al Grom di Laorca, allo spazio Salute di Santo Stefano come luoghi nuovi, capaci di generare relazioni forti. Oppure se pensiamo alle persone più fragili o con disabilità; alla delicatezza dell’insegnamento scolastico libero e plurale; quando crediamo nello sport come fattore di crescita, è evidente che la comunità sia più grande del comune. E il merito, e la gratitudine da parte della città, va a tutti i volontari, le associazioni, le parrocchie che si dedicano con generosità alla costruzione del bene comune.
4. Due sfide per il futuro
Passando ora alle due sfide per il futuro identificherei: il tema dell’abitare e le reti materiali e immateriali.
1) Abitare. Vi è una dinamica diffusa in tutti i capoluoghi di provincia e pure nella nostra città, dove il livello di prezzi delle abitazioni e il costo degli affitti risultano essere oggettivamente inarrivabili per il segmento “medio” della popolazione. Ciò è in parte dovuto alla pressione turistica sulle seconde case, oppure ad una loro conversione a ospitalità universitaria (anch’essa talvolta con costi inarrivabili). Di conseguenza accade che talune fasce di popolazione cerchino casa altrove, e mi riferisco ad esempio a lavoratori con reddito stabile ma inadeguato rispetto alle richieste del mercato, penso al settore del pubblico impiego, delle professioni sanitarie, forze dell’ordine, agli insegnanti; o ancora pensiamo ai giovani al primo impiego o giovani coppie (che in realtà sarebbero la parte più dinamica e promettente della città, che andrebbe attratta!).
Al di là di eventuali misure estemporanee di sostegno al reddito, occorre formulare una risposta strutturale che noi abbiamo previsto nel PGT che approveremo a febbraio: abbiamo compiuto una scelta coraggiosa di prevedere stabilmente una quota percentuale da 20% al 50% del nuovo costruito, gestito come Edilizia Residenziale Sociale, da convenzionare o da gestire tramite un apposito fondo. Siamo la seconda città in Lombardia, dopo Bergamo, a adottare una misura di tale impatto, ma sappiamo che anche altri capoluoghi in Italia si stanno orientando in questa direzione. Non sono mancate occasioni di approfondimento sul tema con le categorie economiche interessate, ma è parso a tutti chiaro, e da parte mia non ho dubbi, che questo obiettivo deve essere centrato affinché la nostra città non risulti espulsiva per i giovani! (vi invito a riprendere il discorso di Sant’Ambrogio che ha pronunciato ieri il nostro arcivescovo Mons. Delpini).
2) Reti materiali - trasporto. Abbiamo inciso in maniera convinta sull’agevolare la mobilità interna alla città in tutte le sue forme con opere attese da anni, come tutto il nuovo sistema di rotatorie. Abbiamo favorito percorsi pedonali e ciclabili, e rendendo più vicini rioni e centro, ma soprattutto dando impulso alla sicurezza stradale e investendo nella transizione ecologica (coi nuovi bus elettrici) e nel renderli più accessibili per i giovani (Ti porto io!). Siamo al traguardo per l’ultimazione delle opere Olimpiche: la corsia Anas da Pescate a Lecco (e chiediamo con forza il completamento da Lecco a Pescate!) e raccordo del Bione, con gli inevitabili disagi dovuti ai cantieri in corso, compreso il teleriscaldamento sulla rotonda di Malgrate. Comprendo i disagi, oggettivi, ma coltivo la certezza che quanto prima finiremo le opere, tanto prima gioveremo dei benefici.
Dobbiamo però dare attenzione anche alle “reti lunghe” della mobilità, non certo e non solo veicolare. Tra due anni, nel 2027 avremo un collegamento ferroviario stabile, ogni ora, con l’aeroporto di Orio al Serio, il terzo aeroporto in Italia per numero di passeggeri: significherà cambiare completamente la geografia delle distanze, significa avvicinare Lecco alle principali destinazioni europee, aprendo degli scenari nuovi per la competitività del territorio, per le imprese e per il turismo.
Reti immateriali – conoscenza. Ma la più importante infrastruttura per il futuro sarà, sempre, l’infrastruttura della conoscenza, ed in questo senso l’eccellenza del Campus Universitario di Via Ghislanzoni dove sono insediati Cnr e Politecnico, dal prossimo anno vivrà un nuovo ampliamento, e lo dico a ragion veduta visto che il parere più atteso, quello della Soprintendenza è giunto proprio l’altro ieri.
Tra le reti immateriali, vi è il “capitale di relazione” proprio della nostra città, la capacità, cioè di collaborare in maniera trasversale con altri Enti o con i soggetti del Terzo settore. In una battuta un po’ provocatoria: “Lecco non basta a Lecco”, la nostra città Capoluogo sente il dovere, e già in gran parte svolge il compito, di coordinare con altri Enti dinamiche di sviluppo e servizio su scala superiore (sul turismo, la cultura o i servizi sociali), e lo stesso vale anche su temi come la mobilità integrata, lo sport, in ogni ambito in cui delle dinamiche di scala rendono più raggiungibile il risultato. “Lecco Non basta a Lecco” significa già ora accollarsi anche delle responsabilità o delle quote di lavoro anche dove queste non ci spetterebbero, e non ci siamo mai tirati in dietro, come Città a servizio del territorio.
5. Benemerenze: persone vere che ci insegnano chi siamo
Prima di avviarmi alla conclusione, permettetemi di rivolgere un pensiero ai tre Cittadini benemeriti: Andrea Invernizzi, Plinio Agostoni, Vico Valassi.
Andrea Invernizzi, atleta e trafiliere, primatista italiano che in 24 ore di corsa ha abbattuto il muro dei 200km, dimostrando che gli obiettivi più alti possono essere raggiunti non grazie alla forza, ma grazie alla tenacia.
Plinio Agostoni, imprenditore e innovatore, una vita dedicata al lavoro, alla scuola, alla libertà educativa. La sua visione etica dell’impresa e il suo impegno per la formazione rappresentano un esempio di come economia e comunità possano crescere insieme.
E infine Vico Valassi, figura di riferimento per il mondo imprenditoriale, istituzionale e universitario, ha contribuito in modo decisivo alla nascita e alla crescita del campus del Politecnico di Lecco, radicando sul nostro territorio il mondo dell’innovazione e della ricerca.
Tre storie differenti, le loro, ma tre persone vere che ci insegnano chi siamo, e ci richiamano all’impegno di migliorare sempre ciò che ci viene affidato.
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Cari lecchesi,
vi invito a non temere il cambiamento ma agire per governarlo.
Vi invito a non temere il futuro, non perché sia tutto semplice, ma perché lo affronteremo insieme! Vi invito soprattutto a credere nei nostri ragazzi e nei nostri giovani.
A noi spetta: il compito di offrire loro tutte le migliori condizioni per crescere, il dovere di dare loro fiducia e, se sbagliassero, ancora più coraggio!
Il domani non arriva da solo: si prepara. Non è un destino già scritto, ma è il percorso che costruiamo con le scelte di ogni giorno. E noi siamo fiduciosi, perché abbiamo gli strumenti, i progetti e - soprattutto - una comunità che sa guardare lontano, per una città capace di futuro. Una città sobria, concreta, generosa che in questi cinque anni da Sindaco non mi ha mai fatto mancare la sua esigente fiducia, e per il cui servizio sono stato e sarò per sempre onorato.
In una serata come questa, nel cuore del Teatro della Società, nel giorno del Santo Patrono, sentiamo tutti di appartenere a una storia di più grande delle nostre singole vite e crediamo davvero che la parte migliore di noi stessi sia quella che doniamo agli altri.
Viva Lecco e buona festa di San Nicolò!
Il vostro Sindaco
Mauro Gattinoni